È la serie TV più vista e discussa del momento, top trend di twitter da settimane, prodotta dalla star Disney, adesso cantante e attrice, Selena Gomez e visibile in esclusiva assoluta su Netflix, la piattaforma di streaming on line più famosa del mondo. Gli elementi per un prodotto bomba ci sono tutti, anche se il tema è tutt’altro che leggero! Proprio in questi giorni, infatti, dopo il toccante (anche se sarebbe più corretto dire, straziante) finale di stagione, se ne sta animatamente discutendo, tanto da vedere lo schieramento di due nette fazioni: chi la critica per le tematiche, prima fra tutte il bullismo che sfocia in suicidio, ma anche l’isolamento sociale, la depressione, lo stalking, l’omosessualità, così forti da poter destabilizzare chiunque guardi la serie, soprattutto gli adolescenti, veri protagonisti e destinatari del messaggio; e chi, invece, ha lanciato e sta firmando una petizione online per rendere obbligatoria la visione di 13 Reasons Why, in italiano tradotto semplicemente come “Tredici”, in tutte le scuole del mondo (e potrebbe essere un’idea quella di mantenere la lingua originale, no?).
La trama è tanto semplice da spiegare quanto ostica da affrontare: una ragazza di 17 anni, Hannah Baker, si trasferisce in una nuova città, frequenta una nuova scuola, scopre le insidie del mondo con dei compagni/amici che gliene combinano di ogni, fino ad arrivare a episodi gravissimi come l’abuso fisico. Così, stanca di tutto e tutti, decide di togliersi la vita. Ma non è finita qui, perché, in qualche modo, vuole fargliela pagare a chiunque reputi responsabile della vicenda una volta morta. Hannah registra 13 audiocassette (si, proprio quelle che si usavano negli anni ’80), che sono i 13 motivi, o, meglio, le 13 persone, che l’hanno spinta verso una decisione così assurda e tragica, e le fa recapitare a tutti, uno per uno, in modo che capiscano cosa ha dovuto subire e come si è sentita.
Il plot è tratto dall’omonimo libro di Jay Asher uscito nel 2007, di cui la Gomez comprò i diritti perché si sentiva molto vicina alla storia (anche lei vittima di bullismo, ha sofferto di depressione ed è stata in rehab) e aveva intenzione di realizzare uno show con lei stessa come protagonista, preferendo solo successivamente il ruolo di executive producer. L’intento è chiaro e, sicuramente, raggiunto: colpire, disturbare, shockare. Che piaccia o meno, Tredici ha incuriosito tutti, raggiungendo un successo sbalorditivo nel giro di pochissimo tempo. E se voi non l’avete ancora visto, non possiamo far altro che consigliarvi di indossare le cuffie e premere play…
“Mettetevi comodi, perché quella che sto per raccontarvi è la storia della mia vita. O meglio, la storia di come è finita. Se state ascoltando questo nastro, vuol dire che siete una delle ragioni per cui è finita.”